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Baccalà Fritto, origini del piatto Natalizio

Immagine del redattore: Ines CarofiglioInes Carofiglio

Non solo fritto, ma anche all’insalata, con il pomodorino, con le patate e in pastella. Sono diversi i modi per cucinare una delle pietanze più amate dai popoli dell’Italia meridionale il famoso baccalà. E’ un piatto preparato tutto l’anno, ma nelle vacanze natalizie diventa il “Re” delle tavole insieme al suo “compare”, il capitone fritto, che non può assolutamente mancare nel menù di Natale e di fine anno.

Come immaginare il cenone della Vigilia o del 31 dicembre senza il baccalà fritto!?


Il Baccalà fu importato per la prima volta nella penisola nel periodo delle Repubbliche Marinare grazie ai collegamenti dei nostri mercanti con i mercati del nord (il merluzzo, trasformato in baccalà dai pescatori sui battelli, viene pescato soprattutto nell’Oceano Atlantico settentrionale) e questo era possibile perchè questo pesce non si deteriora facilmente. Nel Meridione d’Italia iniziò a diffondersi agli inizi del 1500. A quel tempo, il baccalà, assieme allo stoccafisso era considerato una “pietanza per poveri” e nel meridione ed in particolare a Napoli se ne consumava davvero tanto, non solo per il suo costo contenuto, ma anche perché, nel periodo della Controriforma, la Chiesa aveva proibito il consumo di carne nei giorni comandati, determinando un aumento della domanda di pesce che i soli prodotti ittici locali non riuscivano a soddisfare. Così, per rispondere alla elevata domanda di pesce, si cominciarono a importare grosse quantità di baccalà, alimento molto saziante, economico e facile da conservare.


La Cucina di Ines fà onore alla tradizione proponendo il Baccalà Fritto il piatto principe della Vigilia di Natale con una sua variante che vuole stimolare i palati esigenti con la salsa chili …

Vuoi provare il Baccala’ Fritto della Cucina di Ines ?

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